Abstract
Obiettivo di questo paper è ragionare intorno alle fondamentali prerogative dell'economia di Ancona dall'Unità d'Italia fino ai nostri giorni. Il capoluogo delle Marche ha a lungo coltivato l'ambizione di trasformarsi in un centro industriale. L'analisi della letteratura esistente sull'argomento e di alcuni dati statistici consente di osservare come una serie di vincoli di varia natura (geografica, finanziaria ecc.) abbia puntualmente rivelato essere illusoria questa ambizione. Restando fedele al percorso ben visibile già nella seconda parte dell'Ottocento, oggi Ancona è una città a scarsa concentrazione industriale e sbilanciata sul terziario, ripartito fra commercio e burocrazia.